Nel medioevo, ed anche ora, per dare autenticità agli atti pubblici, si usava apporre sul documento l'impronta del sigillo speciale dell'autorità che lo aveva emanato. Ed anche oggi il Ministro della Giustizia porta il titolo di Guardasigilli, perché a lui dovrebbe essere affidata la custodia di quel segno di autenticità degli atti governativi. II primo sigillo della Repubblica Padovana ed il più antico che si conosca, e quello che esiste nell'Archivio Vescovile, ed e pendente da una cordicella di seta unita ad un documento del 1190. Esso rappresenta un palazzo con archi e con tre torri sormontate da una croce, le parole che lo circondano sono corrose ed illeggibili, pero e indubitato che esso e il più antico da quando Padova comincio a reggersi come Libero Comune. Nel 1256 Padova liberata dalla tirannide di Ezzelino, rinnovo il suo sigillo governativo. Questo rappresenta le mura, ponti, porte, torri, bastioni ed il palazzo degli Anziani, il tutto sormontato dalla parola «Padua» e nel contorno si legge: «Muson, Mons; Athes, Mare, Dant Mihi Fines », il che vuol dire: II Musone, il Monte, l'Adige, il Mare danno a me i confini. Da questo sigillo quindi si apprende quale fosse il confine del territorio della Repubblica padovana in quel tempo. Infatti, il Musone e un piccolo fiume che scaturisce presso Asolo, ed entra nel nostro territorio presso Loreggia e segnava il confine nord. II Monte sarebbero gli Euganei, e l'Adige il confine meridionale. In quanto al Mare e più difficile precisare quel confine, per i molti cambiamenti avvenuti nei terreni paludosi che lo precedono. Questo sigillo venne usato dal Comune anche dopo il 1300 sotto il dominio Carrarese.
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